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Canalejas y Méndez, José.

Uomo politico spagnolo. Laureato in Diritto e in Filosofia, fu più volte ministro, dopo esser stato direttore dell'"Heraldo de Madrid", quotidiano della capitale. Appartenente al Partito liberale, salì al potere, come primo ministro, nel 1910 succedendo a Moret, membro dello stesso partito. Grazie alla sua integrità C. esercitò un notevole ascendente politico sul re Alfonso XIII tanto che riuscì a convincerlo a mettere sotto controllo l'espansione degli ordini religiosi e a dichiarare che la Costituzione spagnola sarebbe stata interpretata secondo lo spirito di libertà di coscienza che ormai si stava affermando dovunque. Naturalmente si attirò le ire dei vescovi spagnoli che videro in lui un nemico della Chiesa, un liberale che si spingeva troppo avanti sulla strada della riforma; egli infatti aveva, tra l'altro, fondato l'Istituto di Riforme Sociali (1903), aveva concesso quattro Consigli provinciali ai separatisti catalani e aveva convinto il re a graziare alcuni rivoltosi di Valencia condannati a morte. Tuttavia, nonostante la sua politica progressista, venne assassinato da un anarchico. Fu anche uomo di lettere e giurista e dei volumi che scrisse citiamo Derecho parlamentario comparado e Compendio de Literatura Latina (Madrid 1854-1912).