Uomo politico spagnolo. Laureato in Diritto e in Filosofia,
fu più volte ministro, dopo esser stato direttore dell'"Heraldo de
Madrid", quotidiano della capitale. Appartenente al Partito liberale,
salì al potere, come primo ministro, nel 1910 succedendo a Moret, membro
dello stesso partito. Grazie alla sua integrità
C. esercitò
un notevole ascendente politico sul re Alfonso XIII tanto che riuscì a
convincerlo a mettere sotto controllo l'espansione degli ordini religiosi e a
dichiarare che la Costituzione spagnola sarebbe stata interpretata secondo lo
spirito di libertà di coscienza che ormai si stava affermando dovunque.
Naturalmente si attirò le ire dei vescovi spagnoli che videro in lui un
nemico della Chiesa, un liberale che si spingeva troppo avanti sulla strada
della riforma; egli infatti aveva, tra l'altro, fondato l'Istituto di Riforme
Sociali (1903), aveva concesso quattro Consigli provinciali ai separatisti
catalani e aveva convinto il re a graziare alcuni rivoltosi di Valencia
condannati a morte. Tuttavia, nonostante la sua politica progressista, venne
assassinato da un anarchico. Fu anche uomo di lettere e giurista e dei volumi
che scrisse citiamo
Derecho parlamentario comparado e
Compendio de
Literatura Latina (Madrid 1854-1912).